Bruxelles – Il settore del trattamento delle acque reflue in Europa è a una svolta. La recente adozione della Direttiva (UE) 2024/3019, che rivede la normativa sul trattamento delle acque reflue urbane, impone alle grandi aree metropolitane un radicale cambio di paradigma: i fanghi di depurazione non sono più solo un rifiuto, ma una risorsa strategica.

La misura chiave che accelera la transizione è fissata al 31 dicembre 2028. Entro questa data, gli Stati membri dovranno implementare la Responsabilità Estesa del Produttore (EPR), obbligando i produttori di farmaci e cosmetici a coprire l’80% dei costi per il trattamento di quarta fase (quaternario). L’obiettivo è depurare l’acqua dai microinquinanti prima che questi finiscano nei fanghi, rendendo il materiale residuo significativamente più pulito.

Questa qualità superiore dei fanghi sblocca la strada per i sistemi di recupero avanzato. Tali tecnologie sono cruciali per due obiettivi della Direttiva:

Recupero di Materie Prime: estrarre nutrienti vitali come il fosforo e l’azoto per la produzione di fertilizzanti sostenibili, riducendo la dipendenza da fonti esterne.

Neutralità Energetica: sfruttare la componente organica dei fanghi per la produzione di biogas, con l’obiettivo di rendere gli impianti di depurazione energeticamente neutrali entro il 2040.

In sostanza, il 2028 rappresenta un punto di non ritorno: l’EPR garantisce fanghi più puliti, mentre la spinta al recupero impone l’adozione di processi industriali avanzati che trasformano il costo di smaltimento in opportunità di economia circolare.

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